
Con la recente approvazione del Regolamento per l’affidamento di contratti pubblici a cooperative sociali di tipo B da parte del Comune di Roma, avvenuta lo scorso 28/10/2025 in Campidoglio alla presenza del Direttore del Comune di Roma Dr. Ruberti del Direttore del Dipartimento Politiche Sociali Micheli e della Consigliera Erica Battaglia, si apre ufficialmente una nuova fase per il riconoscimento istituzionale del ruolo delle cooperative di inserimento lavorativo di persone svantaggiate.
Per la nostra Fondazione, impegnata da decenni nel promuovere l’inclusione lavorativa attraverso il modello cooperativo, si tratta di un passaggio importante. Non possiamo non ricordare, infatti, che quasi trent’anni fa, proprio a Roma, fu firmato un Protocollo d’intesa tra il Comune e le rappresentanze della cooperazione sociale – tra cui il Consorzio COIN – che sanciva un rapporto preferenziale verso le cooperative sociali di tipo B, in linea con l’art. 5 della Legge 381/91.Tuttavia, troppo spesso quelle intese sono rimaste lettera morta, ostacolate da una burocrazia disattenta e da centrali d’acquisto pubbliche più attente al ribasso dei costi che agli obiettivi sociali. Per questo, accogliamo con favore questo nuovo regolamento, che finalmente prova a tradurre in atti amministrativi concreti la volontà politica di sostenere l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati nei contratti pubblici.
Tra gli aspetti più rilevanti introdotti dal nuovo testo approvato dal Campidoglio:
Inoltre, il regolamento prevede che gli operatori economici coinvolti dichiarino i nominativi e i percorsi individualizzati dei soggetti svantaggiati, promuovendo così una maggiore trasparenza e tracciabilità sociale degli appalti.
La nostra preoccupazione principale riguarda però l’attuazione di queste disposizioni. Il Comune di Roma ha fatto un primo passo, ma serve un impegno concreto da parte dei Provveditorati, dei dirigenti e dei funzionari pubblici per dare piena attuazione alle norme previste.Troppe volte abbiamo assistito a regolamenti che rimangono sulla carta, o che vengono disattesi nei bandi con motivazioni pretestuose. La Fondazione COINSIEME auspica che, questa volta, seguano i fatti. È necessario formare il personale delle stazioni appaltanti, monitorare i risultati e promuovere una cultura amministrativa orientata agli obiettivi sociali e non solo economici.
Un altro aspetto che vorremmo vedere valorizzato maggiormente è la coerenza dei progetti di inserimento. Non tutte le cooperative sono uguali, e non basta la forma giuridica per garantire un impatto positivo. Riteniamo fondamentale che, nei bandi, vengano premiati:
Solo così si potrà evitare la deriva strumentale che in passato ha minato la credibilità dell’intero sistema, portando anche a casi gravi di abuso (come rivelato dallo scandalo Mafia Capitale) e all’abbandono progressivo delle politiche attive di inclusione lavorativa da parte di molte centrali cooperative.
Questo regolamento può rappresentare una svolta storica. Ma solo se sarà accompagnato da:
Come Fondazione COINSIEME ETS ci mettiamo a disposizione per monitorare l’attuazione del regolamento, formare gli operatori, supportare le PA e contribuire a costruire un modello di appalto sociale trasparente, efficace e realmente inclusivo.