Energia pulita, inclusione reale: a Grottaferrata prende vita il primo fotovoltaico sociale


A Grottaferrata, ai Castelli Romani, si è compiuto un passo avanti che unisce ambiente, solidarietà e comunità: la Cooperativa Sociale Agricoltura Capodarco ha inaugurato il suo primo impianto di fotovoltaico sociale, un’iniziativa che dimostra come la transizione ecologica possa essere concreta anche nei progetti locali, generando non solo energia pulita ma anche opportunità per chi vive in situazioni di fragilità.




Un progetto che illumina più che semplici pannelli


  • Potenza e risparmi: l’impianto installato ha una potenza di 10,6 kW, con una produzione stimata di oltre 12.800 kWh/anno.  
  • Ambiente: si prevede di evitare l’emissione di quasi 4 tonnellate di CO₂ ogni anno.  
  • Uso locale, comunitario: l’energia generata sarà utilizzata direttamente dalla Cooperativa, diminuendo la dipendenza dalla rete elettrica standard e abbattendo i costi per i servizi e le attività.  






Inclusione & valore sociale


Ma non è solo questione di numeri: il progetto è fortemente immerso nella dimensione sociale.

  • Agricoltura biologica + inclusione: la Cooperativa Capodarco da quasi mezzo secolo opera sul territorio non solo come produttore biologico, ma come luogo dove persone con disabilità o in situazioni di disagio trovano lavoro, dignità, comunità.  
  • Collaborazioni importanti: il progetto è realizzato con il sostegno di Enel, ed è promosso da AzzeroCO2 e Legambiente, nell’ambito della campagna EnergyPOP.  
  • Superare la povertà energetica: uno degli obiettivi è affrontare il problema che in Italia colpisce milioni di famiglie, cioè la difficoltà di coprire i costi dell’energia, avere accesso a servizi efficienti, vivere dignitosamente senza il peso schiacciante delle bollette.  






Un gesto concreto per il territorio


Durante l’inaugurazione non sono mancati momenti simbolici e concreti:

  • I dipendenti di Enel hanno restaurato cinque casette in legno della fattoria didattica della Cooperativa, utilizzate per laboratori educativi con le scuole. Un’azione che sottolinea come la “transizione energetica” non sia solo tecnologia ma partecipazione, cura del contesto umano.  
  • Le istituzioni locali, e gli enti promotori, hanno sottolineato come il modello possa essere replicato, come “buona pratica”, in altri spazi sociali, cooperative, case popolari.  






Perché questo ci interessa — e cosa possiamo fare insieme


Dal punto di vista di COINSIEME, questo progetto è importante per vari motivi:

  1. Modello replicabile: mostra che progetti su piccola scala possono avere impatti veri — sociali, ambientali ed economici — se ben pensati e con solidarietà dietro.
  2. Beneficio concreto per persone fragili: non è solo “fare il fotovoltaico”, è ridurre costi, migliorare le condizioni di vita, costruire comunità inclusive.
  3. Stimolo per politiche e reti: questo tipo di iniziative può stimolare le amministrazioni locali, le cooperative sociali, le associazioni, a cooperare per progetti che coniughino sostenibilità e inclusione.






Qualche riflessione/critica costruttiva (per migliorare insieme)


Perché anche nei progetti belli ci sono spazi di miglioramento — utile per non accontentarsi:

  • Verificare monitoraggio continuo: produrre energia è una cosa, fare in modo che i benefici vengano percepiti davvero da tutte le persone coinvolte è un’altra. Sarebbe utile avere dati nei prossimi anni su quanto risparmio in bolletta ottengono le persone, quanto incide sulla qualità della vita.
  • Pensare al coinvolgimento della comunità locale fin dall’inizio: sensibilizzazione, formazione, condivisione del progetto. Se le persone comprendono, partecipano, il progetto diventa anche elemento di cultura civile.
  • Estendere il modello: valutare come questo impianto può ispirare installazioni simili in altri territori, magari coinvolgendo case popolari, edifici pubblici, scuole, centri sociali.
  • Trasparenza economica: costi, manutenzione, chi paga cosa, tempi di ritorno dell’investimento, sono aspetti che la comunità ha diritto di conoscere (e che aiutano a fidarsi e a replicare).






Conclusione


L’impianto fotovoltaico sociale di Grottaferrata non è soltanto una struttura tecnologica: è un simbolo. Un simbolo che mette insieme energia pulita, giustizia sociale, inclusione, cura per il territorio.

Per COINSIEME è un esempio da raccontare, da valorizzare, come pezzo del puzzle che vogliamo costruire: dove l’innovazione non lascia indietro nessuno, dove la sostenibilità sia misura del benessere comune.